Un passo indietro rispetto all'esordio di Rieti, probabilmente un paio (o forse di più) in confronto alle attese. Filippo Tortu non ottiene il risultato sperato nella gara di Ginevra, finendo terzo in 10.30, alle spalle del francese Fall (10.26) e del keniano Odhiambo (10.29), avversari dal palmarès nemmeno paragonabile a quello del milanese (il transalpino si ripete poi nei 200, in 20.37).
L'analisi della gara parte con un avvio da rivedere, seguito da una complicata, e sfortunatamente infruttuosa, ricerca della giusta combinazione tra frequenze ed ampiezze. Il tutto, reso ancor più difficile dalla disperata necessità di acciuffare gli avversari scappati via alo sparo. Tre centesimi dietro Tortu, l'altro azzurro Hillary Polanco Rijo, che ferma il cronometro in 10.33.
«Avrei dovuto correre più forte di come ho fatto», le parole di un Filippo Tortu chiaramente deluso all'arrivo. Un pasticcio nella segnalazione del vento (dapprima comunicato nullo, poi ufficializzato in -1.7, in un pomeriggio in cui l'attesa delle segnalazioni dell'anemometro è stata snervante) rende il dato cronometrico più lieve, anche se resta quello del confronto con gli avversari.