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A Cittareale il birrificio Alta quota che non si arrende al sisma |
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© Il birrificio Alta Quota
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Sette anni di intensa attività, anche dopo il terremoto del 2016 |
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dalla Redazione
giovedì 16 novembre 2017 - 15:53
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Da
laboratorio sperimentale di birra artigianale a vero e proprio birrificio
capace di valorizzare un territorio, quello di Cittareale in provincia di Rieti, tra le zone colpite dal
sisma del Centro Italia, che oggi ha più che mai bisogno di lavoro, turismo,
commercio. È la storia di Alta Quota, birrificio nato nel 2010 in appena 40
metri quadri, nel locale di una vecchia scuola elementare, e poi diventato
progetto vincente con una sala cottura da 1.200 litri, un museo sulla
agricoltura locale e una osteria per la vendita e la degustazione di birra
abbinata a prodotti del territorio. Dietro tutto questo ci sono Claudio
Lorenzini ed Emanuela Laurenzi, che hanno fatto dell'amore per la birra ma
soprattutto per quel territorio così martoriato la loro stella polare.
Cittareale, incuneata tra l'Umbria e l'Abruzzo in una zona che sfiora anche le
Marche, è stata travolta dal sisma del 24 agosto 2016, e poi dalle violente
scosse del 30 ottobre 2016 e del 18 gennaio 2017: il birrificio non ha subito
gravi danni e la produzione non si è mai interrotta, anche perché il territorio
ha bisogno di andare avanti, di non fermarsi. Oggi il birrificio produce sette
birre, tutte all'insegna della territorialità, a partire dall'acqua, che
proviene proprio dalle sorgenti di Cittareale. E ancora il farro locale, la cui
produzione si era interrotta ed è ripresa proprio grazie all'apertura di Alta
Quota, il peperoncino rocoto del reatino, il luppolo fresco e il grano Senatore
Cappelli riprodotti e coltivati nel Centro Appenninico del Terminillo Carlo
Jucci dell'università degli studi di Perugia. Tredici le birre attualmente in
produzione, tutte rifermentate in bottiglia e senza aggiunta di conservanti e
additivi. L'ultima nata, Greta, strizza l'occhio alla sempre maggiore quota di
celiaci o intolleranti al glutine. E sette birre sono abbinate, in base alle
proprie caratteristiche gustative e organolettiche, agli altrettanti chakra, i
centri energetici disposti lungo il corpo umano secondo la medicina Ayurvedica.
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