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Vita da pendolare. Ne parliamo con Mitolo |
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Piccole cause per grandi effetti. Chi gestisce il sistema del trasporto pubblico regionale o è incapace o sciatto. E la Regione appare nemica |
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di Rosella Vivio
venerdì 18 novembre 2016 - 17:16
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Quello che emerge con chiarezza, parlando con alcuni
pendolari reatini che ogni giorno raggiungono Roma per lavoro, è che chiunque
sia il responsabile della ristrutturazione del trasporto pubblico laziale, non
sembra essere stato ancora in grado di riuscire a coniugare la razionalità dell’ammodernamento
del sistema con i bisogni di chi è costretto ad utilizzarlo quotidianamente. E
sconcerta la sproporzione esistente tra cause apparentemente piccole e gli
effetti, ovvero i disagi, prodotti sui fruitori del servizio. Una cosa che
indispone doppiamente, non avendo altra spiegazione se non una sorta di
sciatteria istituzionale. Un sostanziale menefreghismo nei confronti della
provincia sabina e di Rieti da parte della Regione di Zingaretti e dei
rappresentanti del territorio. Per
cercare di capirci qualcosa mi sono rivolta al consigliere Daniele Mitolo a cui
chiedo innanzi tutto se l’ultima notizia data da un quotidiano locale è vera.
È vero che i
contrasti tra Cotral e sindacato farebbero deviare i mezzi nuovi destinati a
Rieti verso Frosinone?
La notizia è del tutto campata in aria. Gli autobus
destinati a Rieti arriveranno alla fine del mese. Appena sarà stata fatta la
consegna. La destinazione dei mezzi alle diverse province rientra in una
pianificazione regionale che anche eventuali contrasti tra azienda e sindacato
non potrebbero modificare. Che senso avrebbe penalizzare Rieti? Si farebbe un
dispetto a Rieti perché?
Ma certe notizie che
origine hanno? Perché si mettono in circolazione se non sono vere?
Non ne ho la più pallida idea. Quello che posso dire è che
non corrispondono ai fatti e che sicuramente non vengono dalla Regione, né da
Cotral.
Resta il sindacato.
Non lo so. Io dico
soltanto che sono restato basito quando ho letto la notizia.
Va bene. Passiamo
oltre. Che puoi dire dei problemi che i responsabili della ristrutturazione del
sistema dei trasporti ancora non risolvono? Ci sono partenze ritardate di 5
minuti che costringono a levatacce per arrivare in tempo al lavoro. Sembra una
piccola cosa, ma partire 5 minuti dopo significa arrivare con 15 minuti di
ritardo. In tanti anticipano di mezz’ora la partenza o sono costretti ad usare
il proprio mezzo per arrivare alla Stazione di
Fara o di Terni. Per non dire delle fermate alla stazione a 200 metri dai
binari da cui partono i treni perché gli autobus toccano nel salire la
rampa( sembra, però, che quelli privati
non abbiano problemi a farlo). E le lunghe attese all’esterno della stazione di
Fara Sabina perché la sala d’attesa non ha illuminazione, mentre ha una enorme
sporcizia? Il risultato è che la Regione
è percepita nemica, mentre chi rappresenta, come te,il territorio indifferente o nullafacente.
Io capisco tutto, ma il Comitato dei Pendolari è entrato per la prima
volta in Regione grazie a me. Non amo mettere in mostra quello che faccio, ma
non ci sto a sentirmi tacciare di nullafacenza. Il Comitato è stato messo in
condizioni di avere un rapporto costante con l’assessorato ai trasporti. Come
sai c’è stato una fase di sperimentazione prima di passare all’attuazione e in
quella fase si sono ascoltate le esigenze dei pendolari.
Sì, ma a quanto si
legge sui social troppi problemi restano irrisolti. Perché, per continuare
l’elenco di ciò che non va, non si riesce a mettere a punto un sistema di
coincidenze treno-bus tale da ridurre il disagio dell’interscambio? Disagi che
si fanno pesanti soprattutto al ritorno.
Io credo che il sistema, tutto sommato, stia funzionando. Ma
ci sono cose sicuramente da mettere a punto. Io stesso faccio fatica a capire
le ragioni di certi ritardi nel risolvere anche piccole disfunzioni tecniche in
grado, però, di produrre disagi grandi. Sento di escludere che siano dovuti a
chi fa capo a Cotral. Comunque, si sta lavorando alla rampa che consentirà di
far accedere gli autobus davanti alla stazione.
Ma perché non si
riducono le fermate intermedie? E perché bisogna passare a Borgo Quinzio? Si
allungano inutilmente i tempi di percorrenza.
Su questa cosa mi sono speso parecchio, ma sono riuscito ad
ottenere solo che a Borgo Quinzio ci passassero meno corse. Ma, ad essere
sinceri, alcune cose non riesco a spiegarmele nemmeno io.
Altro timore è che
l’arrivo degli autobus bipiano riduca il numero delle corse.
Non sarà così. Con il sistema del ferro-gomma le corse sono
aumentate, non diminuite. Le opzioni possibili per raggiungere Roma sono
aumentate. Il bipiano serve solo a far partire un mezzo invece di due negli
orari di punta.
Si dice anche che i
mezzi nuovi già arrivati non siano adatti alle strade extraurbane, essendo
progettati per un trasporto urbano. Questo inciderebbe sia in termini di resa
durante il percorso sia in termini di confort per i pendolari.
Non so che dire. M’informerò.
Riguardo al treno
diretto passando per Terni?
Non esiste a oggi la possibilità di aggiungere corse per
mancanza di tracce predisposte ad inserire su tratti di alta velocità treni che
vanno ad andature normali. In ogni caso
il dialogo con L’Umbria per trovare una opzione in più per raggiungere Roma,
sebbene non decisiva, continua. E’ stato solo interrotto dal sisma.
Qualcuno ha scritto
che vai in Regione solo a firmare. E’ chiaro che al tempo dell’antipolitica
sono messaggi che arrivano dritti alle viscere del cittadino. Un cittadino che
vive una crisi generalizzata, dall’economia ai trasporti, alle infrastrutture.
Mi viene in mente la Rieti- Torano che non si sa a che punto sia.
Un Consigliere non
timbra un cartellino. Lavora alle commissioni, al Consiglio e firma le relazioni. Soprattutto, un
consigliere ha doveri istituzionali che impongono di impegnarsi non solo per il
proprio territorio ma per l’intera regione. Va da sé che al centro
dell’interesse c’è il territorio rappresentato. Ma a chi mi taccia di impegno
esclusivamente “ firmaiolo” vorrei ricordare quello, accanto a tutti gli attori
locali, per l’Accordo di Programma.
Mi sembra che l’iter
dell’Accordo sia lentissimo. Ancora si aspettano le graduatorie regionali sui contributi ottenuti dai 20 progetti finanziati
da Regione e Ministero.
È vero, le cose vanno davvero troppo lente. Ma non si può non rilevare che siamo stati
capaci per la prima volta di stimolare un sistema territoriale di imprese da
cui arriveranno 100 posti di lavoro. E, cosa più importante, c’era il rischio
di perdere due importanti realtà industriali come la Snaidero e Solsonica. Se non è avvenuto è stato grazie all’Accordo
di Programma col quale siamo riusciti a portare 15 milioni di euro di
contributi sul territorio. A me non sembra poco e un po’ di merito me lo
prendo.
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