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Intervista al sottosegretario Angelo Rughetti |
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Angelo Rughetti
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Il sottosegretario alla semplificazione e alla pubblica amministrazione, reatino e renziano di prima ora, risponde alle domande e rassicura: le riforme servono al futuro |
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di Rosella Vivio
giovedì 29 ottobre 2015 - 11:01
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Angelo Rughetti, una lunga carriera politica e all'Anci, è uno dei
sottosegretari impegnati nella realizzazione della riforma della pubblica
amministrazione con il ministro Marianna Madia. Cinquantenne, tre figli, è
orgogliosamente reatino. Renziano di prima ora e presente al convegno politico
della Leopolda, creatura del primo ministro, è convintissimo che le riforme
siano quanto serve al futuro del paese, anche se province come quella reatina
ne stanno temendo gli effetti. L'intervista che segue spiega il perché. Lei è originario di Rieti. Ha mantenuto legami col territorio?
Certo, la mia famiglia vive li. Coltivo relazioni con gli amici di
infanzia. Vorrei andarci più spesso ma non sempre è possibile.
La riforma delle province e quella del riordino della polizia con
l’abolizione del Corpo Forestale stanno determinando tagli alle articolazioni
dello Stato sul nostro territorio. Da noi il Corpo Forestale è sempre stato
considerato un fiore all’occhiello. E l’accorpamento con Viterbo avrà
conseguenze importanti sotto diversi profili: pratico ed
economico-occupazionale. Cosa può dire per rassicurare i reatini?
Nell’affrontare la riorganizzazione delle pubbliche
amministrazioni ci siamo posti un obiettivo prioritario: potenziare gli uffici
che erogano prestazioni ai cittadini e alle imprese, razionalizzando le
strutture destinati alle attività di carattere puramente strumentale e le
catene di comando. Il filo conduttore di tutti gli interventi che stiamo
realizzando con l’attuazione della legge delega di riforma della PA è quindi
una rivisitazione organizzativa della PA che pone al centro il cittadino. E’
qui che vogliamo arrivare. Il riordino delle funzioni di polizia, di tutela
dell'ambiente e del territorio e la conseguente riorganizzazione del Corpo
forestale dello Stato è uno dei capitoli, certamente molto delicato, di questo
tema. Fermo restando l’obiettivo, noi abbiamo preso un impegno molto preciso e
chiaro, che è quello di salvaguardare in ogni caso gli attuali livelli di
presidio dell'ambiente e del territorio così come garantire la salvaguardia
delle professionalità del personale quotidianamente impegnato in queste
attività. Insomma, non possiamo compromettere quanto di buono è stato fatto nei
territori in questi anni ma siamo convinti che questo si possa fare anche
accorpando le strutture.
Lei è sottosegretario alla Semplificazione con deleghe per
l’Agenzia per l’Italia Digitale. Tra la riforma della PA e la digitalizzazione
del Paese e il suo rilancio c’è un nesso strettissimo. La provincia sabina è
ricca di aree interne per cui la digitalizzazione è fondamentale per fermarne
l’abbandono. A che punto siete con la banda larga, il pin unico ed e-skill? E
come si semplificherà la vita dei reatini una volta che Rieti sarà accorpata
con Viterbo?
La digitalizzazione delle Pubblica Amministrazione e del sistema
Paese complessivamente inteso è una delle chiavi dello sviluppo economico e
anche sociale dei nostri territori. Se vedete le differenze di stipendio fra
aziende digitali e aziende “classiche” o i fatturati vi rendete conto
concretamente di cosa vuol dire. Noi ci siamo dati degli obiettivi ben precisi
e misurabili, codificati nella “Strategia per la crescita digitale 2014-2020”;
la cifra del nuovo approccio è l’individuazione di una serie di misure
coordinate fra di loro e che vedono il coinvolgimento di diversi attori. E’ un
percorso complesso che sta dando i suoi frutti: penso ad esempio allo SPID, il
PIN unico, ossia lo strumento che permetterà a cittadini e imprese di accedere
con un’unica identità digitale ai servizi online della PA e dei privati,
strumento che proprio in questi mesi sta muovendo i suoi primi passi e già per
dicembre dovremmo avere le prime amministrazioni pronte ad implementare il
nuovo sistema. Io credo che questa sia una sfida importantissima soprattutto
per i territori più periferici, per i quali lo sviluppo digitale può essere
davvero uno strumento per arginare l’emarginazione e la desertificazione
sociale.
Il territorio reatino sotto questo aspetto sta messo piuttosto
male. Io stessa ogni giorno vivo la frustrazione della lentezza della rete.
Nella provincia di Rieti sono tanti i piccoli comuni che non hanno
un accesso alla rete veloce. Questo determina una diseguaglianza con altri
territori che va colmata altrimenti le imprese reatine e gli studenti delle
nostre terre avranno meno possibilità rispetto ad altri. Le politiche messe in
campo dal governo, i 7 miliardi della banda larga, servono a questo: ridurre le
distanze fra territori, fra imprese e fra cittadini di serie A e d serie B.
L’abolizione delle province determinerà davvero una riduzione di
spesa? Tempo fa l’onorevole Melilli, rappresentante del territorio reatino, ha
scritto una “ storiella” su Fb dove raccontava di come, alla fine, “quanto più
il potere si allontana dalla gente, tanto più rischia di perdere la sobrietà
necessaria”. Il problema sono le Regioni. Il rischio è che si spenda di più.
Quando parliamo della trasformazione delle Province in enti di
area vasta non parliamo solo di riduzione di costi materiali, che pure tale
trasformazione porta con se; dietro all’eliminazione Province così come le
abbiamo conosciute finora c’è un tema più ampio che attiene alla complessiva
razionalizzazione delle modalità di svolgimento delle funzioni amministrative
locali. Secondo il nuovo modello, sono gli stessi Comuni, in quanto enti
direttamente rappresentativi, che danno vita ad istituzioni di secondo grado,
le nuove Province, enti snelli di supporto operativo ai Comuni e a cui
competono poche funzioni fondamentali che richiedono un governo sovra comunale.
Con gli enti di area vasta, si rafforza dunque il “potere” inteso come
autogoverno delle comunità locali. È una integrazione delle governance che
porterà una integrazione delle politiche, delle scelte da fare. Saranno i
sindaci che si occuperanno non più soltanto del loro confine ma di una comunità
più ampia.
Lavoro complesso
Il percorso ovviamente è complesso ed è un lavoro di squadra. Le
istituzioni devono imparare a remare tutte nella stessa direzione. L’obiettivo
è dare servizi migliori non difendere le competenze assegnate dalla legge.
Quando l’avremo ospite a Rieti?
Andrò in Sabina a fare la raccolta delle olive e speriamo che
questo anno vada meglio della stagione passata. Per me è un onore poter
rappresentare in Parlamento e nel Governo le nostre radici. Ho detto dal primo
giorno che sono un contadino delle istituzioni sempre pronto a fare la propria
parte. Ho a cuore la comunità nella quale sono cresciuto e penso che il compito
nostro, come diceva Aldo Moro, sia quello di capire i mutamenti sociali e
studiare soluzioni che li sappiano interpretare senza guardare al passato ma
con gli occhi, il cuore e la testa puntata verso il futuro.
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