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Trasporto pubblico: ne parliamo con Melilli |
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Fabio Melilli
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La sperimentazione gomma-rotaia è necessaria alla modernizzazione ma va fatta senza scaricare tutti i disagi sui pendolari. Nei cassetti della Provincia c’è un Piano Trasporti che va ripreso |
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di Rosella Vivio
sabato 18 luglio 2015 - 18:45
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Toni forti, toni esasperati toni a volte anche disperati. E’
il diario quotidiano scritto su una pagina di Fb da alcuni dei pendolari riuniti in
comitato che ogni giorno dalla provincia
Sabina si spostano verso la Capitale in
un attraversamento della Salaria che
diventa sovrumana esasperazione per la qualità dei mezzi Cotral. La Regione Lazio, a guida Zingaretti, dopo aver risanato
un’azienda presa in condizioni di default sembra intenzionata ad ammodernare l’offerta del servizio pubblico
con l’integrazione ferro-gomma. Cosa di
per sé buona, purchè avvenga nel rispetto delle persone a cui si può chiedere
pazienza, ma non di accettare tutto il peso
dei disagi prodotti dalla riorganizzazione. Non sembra stia succedendo. Le responsabilità
sono tante. Sicuramente sono della politica e della sua incapacità a governare
il cambiamento e le riorganizzazioni complesse, ma anche di chi considera la difesa della categoria degli
autotrasportatori più importante della qualità della vita di chi è costretto al
pendolarismo. Qualcuno parla di
boicottaggio della sperimentazione per non perdere i vantaggi di cui si gode
oggi. Se così fosse sarebbe gravissimo. Ma
il tema del trasporto pubblico riguarda tutta la provincia. La Sabina è una delle più difficili, orograficamente parlando.
Ricca di magnifiche montagne e di paesaggi straordinari, ma di scarsissima
offerta lavorativa, vive il progressivo fenomeno
dello spopolamento. E il combinato disposto tra una demografia minima e una gestione
tradizionale del servizio di trasporto
pubblico dà come risultato il saldo negativo tra costi e benefici.Ne parliamo con
l’Onorevole Fabio Melilli, ex presidente della Provincia e protagonista, nelle
ultime settimane, di uno scambio
epistolare con l’assessore regionale
Civita sulla sperimentazione
gomma-rotaia che tanto sta preoccupando i pendolari reatini.D. Vorrei partire da
un capoverso della lettera che hai ( il tu si deve a una lunga conoscenza e
sarebbe pura ipocrisia usare il lei) indirizzato all’assessore Civita. Tu
scrivi “Credo innanzitutto che il diritto alla
mobilità e ad una mobilità dignitosa debba essere elemento centrale delle
politiche pubbliche”. Cosa c’è di
rispettoso della dignità nella modalità con cui si sta procedendo nella fase
della sperimentazione dell’interscambio gomma-rotaia avviato dalla Regione
Lazio? Cosa è successo dopo lo scambio
di missive?R. E’ per questo che ho scritto all’assessore Civita al quale
ho fatto presente che se non si realizzano alcune condizioni non si potrà
partire con i nuovi orari. Condizioni che hanno a che fare col buon senso. Ho
ricevuto dai pendolari un documento contenente alcune osservazioni che condivido in larga parte e stiamo
lavorando per non trasformare il
necessario ammodernamento del sistema del trasporto pubblico in sottrazione di
servizi. L’ammodernamento serve ad innalzare la qualità dell’offerta, non solo
a spendere meno e meglio. D. Siamo
tutti d’accordo che anche il sistema del trasporto pubblico ha bisogno di una
profonda revisione. L’importante è che sia fatta in modo strategico e non
maldestramente impattante su chi del servizio ha bisogno
quotidianamente.R. Il problema è complesso e prevede una programmazione complessa. La nostra è la provincia peggio collegata del sistema
regionale ed è formata da tanti comuni demograficamente poveri. Non è più sostenibile una spesa sproporzionata rispetto
alla quantità degli utenti. Né è più concepibile lo spostamento per distanze
troppo lunghe. La modernizzazione va
fatta. Ma, ripeto, va fatta riducendo al minimo i riflessi
negativi sui pendolari. Su questo sono d’accordo con chi li rappresenta nei
comitati.D. Nella
lettera tu parli anche del collegamento diretto Rieti-Roma via Terni. Che fine
ha fatto? Era stato annunciato da te come cosa fatta.R.
Come presidente della Provincia sono riuscito a fare il treno diretto
Rieti-Roma. La sfortuna ha voluto che capitasse la nota vicenda di
Marrazzo. Caduto lui, per tre anni non
se ne è fatto più niente. Alla destra, anche locale, del collegamento con Roma
su rotaia, passando per Terni, non è
interessato un bel niente. D. Ma ora non si può riprendere il
discorso? R. Ora è tutto più difficile. Quando noi siamo riusciti a partire con
una corsa c’erano tratte libere. Ora sono state tutte occupate dall’Umbria.
Adesso il problema è provare a liberare le tratte.D. A questo proposito qualcuno mi ha
detto che sarebbe utile l’intervento del deputato Pastorelli, in quanto vicino
per partito all’assessore regionale ai trasporti dell’Umbria Giuseppe Chianella.R. Sicuramente tornerebbe utile. La trattiva con l’Umbria è indispensabile per
portare a casa nell’immediato il treno di ritorno, con l’obiettivo finale di un
altro treno. Due partenze e due ritorni. Alleggerire il flusso del pendolarismo
sulla Salaria vuol dire automaticamente aiutare il buon funzionamento del
gomma-rotaia. A Fara Sabina arriverebbe molta meno gente.D. In attesa che anche Pastorelli ponga attenzione
al tema trasporti della sua provincia, possiamo dire che i pendolari possono
contare sulla tua in modo attivo? Sei il segretario regionale del Pd e la
regione è nelle mani del tuo partito.R. Certo, altrimenti perché avrei scritto una lettera pubblica? Come ho
ricordato a Civita, da presidente della Provincia ho messo in primo piano il
tema dei trasporti della nostra difficilissima provincia. Esiste un piano del
2008 che giace in un cassetto. Va ripreso e portato avanti. Forse oggi è
arrivato il momento buono per farlo realizzare.D. Un’ultima domanda. Cosa pensi della possibilità di scorporare la Asm,
ripubblicizzando la gestione del servizio d’Igiene e dei Trasporti? Secondo te
potrebbe giocare, se dovesse realizzarsi, il ruolo di player provinciale dei
trasporti lasciando al Cotral solo le tratte più significative?
R. Capisco di andare in
controtendenza rispetto alla politica di riduzione al minimo delle società
pubbliche, ma penso di sì. Quando nella lettera dico che serve un nuovo modello
di trasporti, penso a quello approvato dalla Provincia. E’ possibile, per fare
un esempio, che il Cotral debba fare servizio a Marcetelli, dove non sale
nessuno con un bus di 50 posti? Molto meglio che sia il comune ad occuparsi
dell’anziano ( sono quasi tutti anziani) che, a chiamata, viene portato dove ha
bisogno di andare. Basta una Panda. Oltre a tutto sul ponte del Turano i mezzi
del Cotral non possono passare. E la stessa cosa è per Vacone. La nostra
provincia deve essere decotralizzata. Là dove un comune non ce la fa ad offrire
un servizio lo fa fare ad una società provinciale. La sperimentazione, non solo
non deve essere fermata, ma potenziata, allargata.L’importante è partire
dall’ intercettazione dei bisogni.D. E il Comune di Rieti potrebbe inserirsi nella decotralizzazione e nel
modello innovativo di gestione del servizio pubblico provinciale….R. Certo che sì. E dove non
si arriva va benissimo anche il trasporto privato. Un privato rigenerato, non
come è ora, e che faccia da completamento nell’offerta del servizio. Bisogna,
però, cominciare a lavorare con accordi interregionali. Il Cicolano, da anni
pone il tema degli accordi con l’Abruzzo sulla condivisione del servizio dei
trasporti. La regione Lazio deve capire
che questa provincia ha un tessuto territoriale fortemente connesso con quelli
di altre regioni e non può risolvere i suoi tanti problemi senza creare
rapporti di cooperazione con i territori extraregionali vicini.
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