Spazio espositivo:
Montebuono in Sabina (RI) - Via Garibaldi centro storico
Date Mostra: 13–23 Agosto 2009
Orari di visita: tutti i giorni, 18.00-24.00
Inaugurazione: giovedì 13 Agosto 2009 ore 18.00
Conferenza di Livia Monami: 16 Agosto 2009 ore 19.00
Montebuono in Sabina (RI), Piazza Umberto I°
Livia Monami (maggio 1964)
E’ giornalista e fotografa dal 1989 e il suo interesse principale è rivolto alle popolazioni nomadi e alle minoranze etniche di tutto il mondo, prezioso patrimonio della storia dell’ umanità che rischia di scomparire.
Attualmente si concentra sui luoghi più freddi della Terra e sta lavorando alla realizzazione di un libro sui popoli indigeni della Siberia. I suoi reportages sono pubblicati regolarmente dalle più prestigiose riviste della stampa italiana e internazionale. Da 11 anni realizza inoltre conferenze di educazione interculturale per i bambini delle scuole mettendo a fuoco con loro il significato di “cittadino del mondo”.
Il mondo di Livia Monami è un mondo di paesaggi sospesi nel tempo, di enormi spazi cromatici, di ghiacciai infiniti. Sono immagini bellissime di una natura incontaminata, la cui struggente bellezza rasserena ed emoziona. Eppure, in questi infiniti orizzonti di cielo e di terra, si muove un’umanità che, nelle condizioni più estreme, sembra incarnare tutta la serenità e la pace del mondo. Sono immagini di uomini, sorrisi di donne, stupori di bambini con cui Livia ha convissuto per mesi condividendone le difficili condizioni di vita, mai sfiorate dall’ombra della cosiddetta civiltà del progresso. Livia ha la capacità di rendere questi popoli protagonisti delle sue fotografie e non oggetti di uno studio antropologico. Ci troviamo così di fronte a uomini dalla mente di cristallo la cui sola immagine ci illumina e ci fa sognare sull’ipotesi di un’esistenza diversa. Attraverso l’obbiettivo di Livia scopriamo popoli antichi in armonia con la natura: il paesaggio che li circonda non è semplicemente abitato, ma è parte integrante della loro esistenza.
Il nostro animo si rasserena di fronte a tanta antica saggezza, ma al tempo stesso siamo pervasi da una malinconica nostalgia per qualcosa che in un passato molto remoto abbiamo vissuto, ma che da troppo tempo non siamo più in grado di riconoscere: il silenzio di un tempo scandito dalla natura.